Due chiacchiere con George
 

Sono due diverse interviste a George Lucas, quelle che vi presentiamo in questo numero. Pur essendo state rilasciate a soli due giorni di distanza alla metà di luglio ad altrettanti noti programmi della televisione britannica in occasione dell’uscita del film nel Regno Unito, come potrete constatare sono assai diverse tra loro. La prima, registrata il 14 luglio, è andata in onda il giorno successivo nel Barry Norman's Film Night (per la cronaca Barry Norman è il critico cinematografico per eccellenza alla TV inglese da ben 25 anni), ed è seria e compassata in perfetto English style, mentre la seconda è andata in onda il 16 luglio nell’ambito di The Big Breakfast, un programma mattutino piuttosto brillante soprattutto grazie all’esuberanza incontenibile del suo presentatore Johnny Vaughan. E infatti questa seconda chiacchierata ha seguito un percorso molto meno convenzionale e assai più divertente, riuscendo a far scaldare George Lucas e a mostrare il suo lato più ironico e inedito al pubblico. Ma tutt’e due, pur andando inevitabilmente a parare su qualche argomento già noto, affrontano qua e là aspetti curiosi e interessanti come ad esempio il lato messianico della nascita di Anakin, la presenza di ET nel Senato, l’uscita della versione in DVD, il merchandasing legato al film e persino... George Lucas in love! Buon divertimento, dunque. E che la Forza sia con voi!

Da Berry’s Norman Film Night – 15/07/99

 

Barry Norman: Si potrebbe dire che con Star Wars, tu in un certo senso abbia reinventato il cinema.

George Lucas: Bè, non sono esattamente sicuro che sia così. Direi piuttosto di aver contribuito a operare un’evoluzione dei film di fantascienza.

 

BN: No. C’è di più, credo, perché François Truffaut una volta affermò che tutto ciò che è accaduto al cinema dal 1940 in poi è stato influenzato da Citizen Kane di Orson Wells, ed io sono convinto che è altrettanto vero che tutto ciò che è stato fatto dal 1977 in poi sia stato influenzato da Star Wars.

GL: Questo è possibile. Penso di aver fatto diventare il cinema un mezzo molto più visivo. Io sono un grosso estimatore dei film muti e, in Star Wars una delle cose uniche è il fatto che si può seguire la storia anche senza i dialoghi.

 Un'immagine da antologia del Giovane Lucas e del mitico Guinnes sul set di ANH

BN: Suppongo che la domanda più ovvia adesso sia: perché hai aspettato così a lungo prima di fare questo film?

GL: Bè, ci sono un certo numero di ragioni. La prima, che probabilmente è la più importante, è che ero consumato dagli impegni. Ma anche che sono stato molto frustrato poiché la mia immaginazione aveva creato un ampio, pazzo mondo, ma io potevo trasporre sullo schermo solo una piccolissima parte di esso. Così ho voluto aspettare finché la tecnologia si fosse adeguata.

 La mamma di Anakin

BN: I primi tre film della serie erano in un certo senso delle opere morali, ma in quest’ultimo ti sei spinto molto oltre, poiché hai addirittura inserito un elemento quasi cristiano, ovvero che Anakin è il risultato di un concepimento verginale e che è il Prescelto. Quanto è stata intenzionale questa scelta?

GL: Non volevo intendere propriamente una nascita verginale, piuttosto una metafora della vita.

 

BN: Ciò vuol dire che con questo tu non avevi alcuna intenzione di inventare una nuova religione.

GL: Assolutamente no. L’idea è che l’eroe, attraverso la mitologia, è sempre stato il risultato di una nascita speciale. Generalmente, come nel caso di Ercole, il padre è un dio. Insomma, ogni eroe ha una nascita misteriosa.

 

BN: L’aspetto morale della storia è dunque chiaramente qualcosa di molto importante per te.

GL: Sì. I miei film sono sul bene e il male, e questa nuova trilogia riguarda ancora di più la battaglia del bene e del male che si svolge in ognuno di noi.

 

BN: Sei stato sorpreso dalle critiche generalmente negative?

GL: No. Tutti i film ebbero recensioni terribili. Il primo fu il peggiore di tutti.

 

BN: Oh, io l’ho adorato. La mia recensione fu entusiastica.

GL: Ah bè, dev’essere stata un’eccezione!

 

BN: La recriminazione più ricorrente tra tutte le critiche che ho letto è che questo film non ha gli straordinari personaggi della prima trilogia. Non c’è un Han Solo, un Luke Skywalker, un Darth Vader... Del resto Darth Maul non è certo grande quanto era Darth Vader nell’originale. Tu la ritieni una critica giustificata?

GL: No davvero. Non tutte le storie possono avere un Han Solo. I film non sono una ricetta rigida in cui tu metti tre parti di questo e una di quello, e c’è bisogno di una storia che giustifichi la presenza di questo tipo di personaggio un po’ furfante e sempre pronto a dire spiritosaggini. A dire il vero io penso che dal punto di vista dei personaggi, ci sono molte altre differenti qualità che emergono. Del resto c’è molta aspettativa tra i fan e non c’è modo di incontrare tutte quante le attese, anche perché loro considerano il film come una specie di Seconda Venuta del Messia, mentre non lo è. E‘ soltanto un film.

 

BN: Pensi che verrai influenzato dalla reazione della critica a questo film in vista del prossimo?

GL: Probabilmente non molto. La storia è già fatta e io voglio restare fedele alla storia. Ho smesso di ascoltare i critici molto tempo fa. Sono certo che essi odieranno i prossimi due film almeno quanto hanno odiato gli ultimi quattro, ma non mi dispiacerò per questo.

 

BN: E i fan?

 

GL: Ovviamente creano le loro storie, si fanno le loro idee e hanno le loro fantasie sui film, e questo è bello. Ma io cerco di tenermi alla larga da tutto ciò. Non ho neppure mai letto i libri che sono usciti basati su Star Wars.

 

BN: Quanto peso ha il merchandising per te? Voglio dire, dal punto di vista finanziario dev’essere davvero importante.

GL: Bè, sì. Senza dubbio finanziariamente è una cosa molto buona e anche fortunata. Insomma, ho acquisito all’inizio i diritti di sfruttamento dell’immagine di Star Wars per promuovere il film del ‘77, poiché non credevo che la pellicola avrebbe avuto un adeguata promozione, visto che non pensavo che lo Studio lo avrebbe sostenuto come avrei voluto. Volevo realizzare altri due film, e così feci fare magliette e poster per convincere la gente ad andare vedere il primo film e alla fine, dopo che Star Wars fu un grandissimo successo, una compagnia di giocattoli iniziò a fare i giocattoli e i giocattoli sono stati un altro successo.

 

BN: Sei mai stato tentato di introdurre un personaggio nel film, non perché parte della storia, ma perché hai pensato: “Ehi, questo venderà un sacco come gioco!”?

GL: No, se non ci credi lo puoi chiedere al responsabile del settore. Non fa altro che mandarmi maledizioni perché io non penso mai ai prodotti e ai giocattoli. “Come possiamo farlo diventare un giocattolo?” o “Come diavolo potremo mai realizzare una cosa del genere?” mi dice, e io gli rispondo: “Io faccio i film e dopo tu puoi immaginare come fare i giochi”. Non funziona davvero nell’altro senso.

 

BN: Una volta tu hai dichiarato che tuo padre voleva che entrassi in affari come lui e tu gli rispondesti: “Non voglio entrare nel mondo degli affari”. Ed ecco cosa è successo: alla fine tu sei un uomo d’affari di successo e immensamente ricco...

GL: Un uomo d’affari, sì. È una di quelle cose che tu non ti potresti mai immaginare, dove ti condurrà il cammino della vita e io non avrei mai pensato nemmeno in un milione di anni che sarei stato in affari. E invece eccomi qui.

 

BN: Grazie molte davvero, George. E buona fortuna con il film... ma cosa sto dicendo?! Tu hai già avuto una bella dose di fortuna!

GL: Già. Grazie a te.

 

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Da The Big Breakfast – 16/07/99

 

Johnny Vaughan: Episodio I è probabilmente il film più atteso di tutti i tempi. Parlami della pressione che ti causa tutto ciò.

George Lucas: Nessuna, davvero. Per me è solo un film. Lavoro tutti i giorni e faccio il mio piccolo film...

 

JV: ... (ride) Faccio il mio piccolo film...!

GL: ... e sono abbastanza sicuro che sarà ben accolto da poche persone, e per questo la pressione non è veramente pesante. Ovviamente non posso soddisfare tutte le elevatissime aspettative dei fan, così semplicemente non me ne preoccupo, perché non ci posso fare niente. Quando le attese sono così spasmodiche, non esiste modo di esaudirle.

 

JV: Che cosa c’era nei film originali che ha catturato così tanto l’immaginazione della gente?

GL: (scherzando) Probabilmente perché erano i più brillanti film che fossero mai stati fatti e anche i più divertenti.

 

JV: Oh, tu sfondi una porta aperta!

GL: Inoltre, essi sono basati sui miti antichi e sulla mitologia, il genere di storie che hanno divertito la gente per migliaia di anni. In un certo senso io l’ho fatto come un esperimento, cercare di aggiornare i miti ai nostri tempi e alla fine ha funzionato molto meglio di quanto avessi immaginato. Sono abbastanza sicuro che è l’antico fondamento emozionale che attira la gente verso queste storie.

 

JV: Mi immagino che George Lucas abbia un grande libro con la copertina di pelle, e due dita di polvere sopra, si chiama le Cronache dello Spazio e tu l’hai già scritto tutto ed è completo nella tua mente. Giusto?

GL: No, sbagliato.

 

JV: Vuoi dire che tu non avevi la storia completa fin dall’inizio, tutti quegli anni fa?

GL: No.

 

JV: Okay, questa è bella: allora stai improvvisando...

GL: Nemmeno. Ho un piccolo soggetto, un breve riassunto che dice questo succede qui e quest’altro qui. All’inizio avevo l’intera sceneggiatura della prima trilogia, ma dovetti riscriverla perché, visto che dovevano diventare tre film, dovevano avere caratteristiche e strutture differenti. E quello su cui lavoro adesso è la storia precedente a quello che ho già scritto, che dice questo è venuto fuori da qui, e quest’altra è stata la Guerra dei Cloni ecc. ecc... Ma è sempre solo un breve riassunto che racconta in maniera essenziale la trama del film e da dove vengono e cosa fanno personaggi... sono solo sette o otto pagine in tutto.

 

JV: Oh, davvero brillante... ci sono un sacco di persone che credono che tu hai pianificato l’intero progetto nella tua testa, mentre in realtà George Lucas lo realizza a mano a mano che procede.

GL: (ridacchia)

 

JV: Di cosa parla il nuovo film?

GL: E’ sul giovane Anakin, su come viene liberato dalla sua condizione di schiavo su un remoto pianeta al margine della galassia e inizia a essere addestrato come un Jedi. E poi c’è un’altra storia in cui la regina di un pianeta è minacciata da una potente Federazione del Commercio.

 

JV: Potresti spiegare quest’ultima cosa?

GL: Posso dire che c’è un pianeta e che i cattivi lo hanno circondato...

 

JV: Mmmh Pianeta... i cattivi lo circondano...

GL: Sì, circondato...

 

JV: E perché?

GL: Loro non... Bè non si sa bene perché, ma non fa alcuna differenza (ride).

 

JV: Già, è solo un film da 150 milioni di dollari, perché avresti bisogno di saperlo?!

GL: Sì, insomma... loro sono i malvagi.

 

JV: Ok. Ci sono i cattivi e questo è tutto quello che c’è bisogno di sapere.

GL: E la popolazione sul pianeta è minacciata, e c’è una disputa commerciale, così vengono mandati questi due Jedi che sono una specie di guardiani dell’Universo, con il compito di risolvere questa vertenza commerciale. Ma inciampano in una cospirazione molto più grande e capiscono che la vera trama è che costoro vogliono assumere il controllo del pianeta, ma c’è qualcosa di ancora più complesso e oscuro che viene manovrato da un personaggio conosciuto come La Minaccia Fantasma.

 

JV: Gli effetti sono strabilianti. Quanto c’è di reale e quanto di computer grafica?

GL: In fin dei conti è come avere due film. Prima giriamo tutto il film dal vivo e poi lo animiamo di nuovo per intero. E così alla fine lo spettatore in realtà sta guardando due film, uno reale e uno animato contemporaneamente. Alla fine risulta che il 95% del film è manipolato digitalmente.

 

JV: Tu sei grande amico di Steven Spielberg e so che vi divertite a inserire dei riferimenti incrociati nei vostri film. Sbaglio o ho visto un paio di E.T. nel film?

C1p8(r2d2) nei geroglifici in Indiana Jones ed il tempio maledetto

GL: E’ vero. Ce ne sono un paio.

 

JV: E’ stata una decisione difficile da prendere?Gli ET del SENATO

GL: All’inizio non c’erano, ma quando ho mostrato il film a Stephen lui ha esclamato: “E dov’è E.T.?!” E questo perché me lo aveva già detto anni fa e io me n’ero completamente dimenticato, e così gli ho risposto: “D’accordo. Te ne metterò un paio da qualche parte!”

 

[Prima di mandare la pubblicità Vaughan dà a Lucas, insolitamente divertito, alcune mutande da autografare per il concorso “Attenti al Lato Oscuro”, poi lo show si interrompe e viene dato un sommario di notizie prima di ritornare all’intervista]

 

JV: George, qual è stata la tua parodia preferita di Star Wars?

GL: Ce n’è stata una un po’ di  anni fa intitolata "Hardware Wars" che è diventata famosa e ce n’è un’altra che sta cominciando a girare proprio adesso, chiamata “George Lucas in love” che è molto divertente. E’ una parodia basata su “Shakespeare in love”, su come mi è venuta l’idea di Star Wars.

 

JV: A te non importa? Non è feroce o qualcosa del genere?

GL: No, no. E’ divertente.

 

JV: Con un titolo come quello, "George Lucas in Love", sembra uno di quei porno film satirici... roba ignobile...

GL: Magari.

 

JV: (ride) Passiamo alla prossima domanda. Perché sei andato indietro all’inizio della saga, invece di finire la storia di Luke, Han e Leia? Finirai mai quella storia?

GL: No, non lo farò. Questo è tutto ciò che ho scritto, questa è la storia precedente ai Star Wars originali... Non ho scritto alcun seguito e sono troppo pigro per mettermi a farlo.

 

JV: Su. Sono certo che sei molto motivato per farlo...

GL: (ridacchia)

 

JV: Chi è il tuo personaggio preferito di Star Wars?

GL: Anakin. Bè, a dire il vero è Luke, ma c’è Jake seduto lì [Jake Lloyd è stato intervistato nello stesso programma quella stessa mattina poco prima di Lucas ed è presente tra il pubblico], per cui cos’altro potrei dire?!

 

JV: Hai un Lato Oscuro?

GL: No, no, no. Naturalmente no. Non sono nemmeno umano.

 

JV: Non volevo andare così in profondità. Ci hai rivelato di non essere umano. Se non ti spiace, vorrei tenere lo spettacolo a un livello più superficiale, per favore non farlo più.

GL: Okay.

 

JV: Che cos’è di questo film che ti ha fatto decidere di metterti di nuovo a fare il regista?

GL: Stavo cominciando ad annoiarmi e la mia vita era felice, così ho deciso di fare qualcosa per deprimermi un po’.

 

JV: E’ stato uno sforzo così pesante?

GL: Fare il film è stato grande, ma la parte con la stampa, essere qui e fare queste cose...

 

JV: Interviste senza senso...

GL: Già, interviste senza senso, senza fine, mese dopo mese... è una tortura.

 

JV: Ci sono persone che dicono che se Shakespeare fosse vivo oggi, egli sarebbe George Lucas. Che effetto ti fa?

GL: Allarmante. Non so cosa pensare... è un livello troppo alto per questo show.

 

JV: Sì, ben detto, mi spiace. Noi cerchiamo di tenere d’occhio questa gente, ma qualche volta riescono a passare attraverso il nostro sistema... Perché non realizzi la trilogia di Star Wars su DVD? Io sono un grande estimatore del DVD. Perché non lo fai?

GL: Aspetto prima di finire tutti quanti i film.

 

JV: (con tono comico, ma un po’ offeso) Tutti e sei?! Vuoi dire che devo aspettare così tanto?

GL: Bè, sì.

 

JV: Ma potresti fare uscire almeno la prima trilogia.

GL: Lo so. Ma quando uscirà voglio realizzarlo come un set di sei film.

 

JV: (con autentico sgomento) Un set da sei DVD!

 

[Poi, dopo un gioco chiamato “Star Warts”, Vaughan ringrazia Lucas per il suo tempo e il regista termina il suo intervento dando l’impressione di essersi veramente divertito un mondo]

Traduzione e adattamento :

Alessandro Vietti